Il senso di indegnità è uno squalo feroce che naviga nelle acque più scure della nostra coscienza e che ci impedisce di essere veramente noi stessi.. l’indegnità si accoppia con il senso di colpa.. ci sentiamo colpevoli di avere trasgredito alle regole di qualcuno o a qualcosa, siamo stati educati e cresciuti credendo che un errore commesso fosse un peccato, una colpa che merita di essere punita, e ogni trasgressione un reato meritevole di giudizio.
Il giudizio poi è stato sempre associato come a qualcosa di assoluto, definitivo e inderogabile.
Ma se provassimo a pensare agli errori, che inevitabilmente abbiamo commesso nel nostro cammino, come a tentativi fondamentali per scoprire quali strade erano per noi le più sicure, agevoli, felici per distinguerle da quelle impervie, dolorose e accidentate?
Se davvero ogni errore fosse stato già “pagato” nel momento in cui si è sofferto nello sperimentarlo la prima volta?
Come quando si mette accidentalmente la mano sul fuoco, il prezzo lo paghiamo nell’istante in cui ci siamo scottati e non avrebbe senso pensare di continuare ad auto punirci bruciandoci ogni volta la mano, così noi qui in questa dimensione continuiamo invece ad auto flagellarci, continuando a ripetere senza fine la sequenza errore – giudizio – colpa – punizione – espiazione – senso di indegnità, fallimento che fa nuovamente cadere nell’errore per mancanza di valore! E il ciclo continua all’impazzata fino a quando non comprendiamo la realtà dei fatti e poniamo fine a questa faida interiore.
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